RENCONTRES
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Chœur Région Sud

Michel Piquemal, direttore

Coro dell’Accademia Stefano Tempia

Luigi Cociglio, direttore

Anna Delfino – Marion Schürr, soprani

Philippe Reymond, pianoforte

Francesco Cavaliere, organo

L. Perosi Missa Pontificalis

F. Poulenc Gloria

C. Gounod Gallia

Incontri musicali tra Italia e Francia

Il concerto che apre l’autunno della Stagione 2025/2026 è molto più di un evento musicale: è un simbolo di dialogo culturale e amicizia tra due tradizioni corali – quella francese e quella italiana – tra le più prestigiose d’Europa. L’incontro tra il Chœur Région Sud e il Coro dell’Accademia Stefano Tempia diventa occasione per riflettere sul valore sociale della musica come strumento di coesione e scambio, capace di superare ogni confine.

Il programma offre uno sguardo affascinante su tre opere corali emblematiche, diverse per epoca e linguaggio, ma tutte profondamente legate allo spirito del loro tempo. La serata si apre con la Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi, figura centrale del rinnovamento della musica sacra italiana tra Otto e Novecento. Coevo di Puccini per anagrafe, ma spiritualmente vicino a Palestrina e al gregoriano, Perosi ha segnato con il suo stile luminoso ed estatico un’epoca di transizione, in cui la musica liturgica tornava ad affermarsi con dignità artistica.

Il Gloria di Francis Poulenc, composto tra il 1959 e il 1960, è invece un’opera sorprendente, ricca di contrasti. Nello stesso brano convivono momenti di profonda devozione e slanci quasi giocosi, ironici. L’opera nasce in un clima di rinnovata spiritualità e mostra l’inconfondibile stile di Poulenc: una fusione di eleganza francese, ritmo vivace, armonie moderne e una sincera fede cattolica.

A concludere il concerto, Gallia di Charles Gounod, una Lamentazione su Gerusalemme distrutta, composta nel 1871 in un momento di grande dolore per la Francia, reduce dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana. Il testo biblico diventa allegoria della devastazione della patria: nella voce del soprano solista, nei cori accorati dalle sonorità dense di pathos, risuona il lutto di una nazione ferita. La scelta di eseguire Gallia con i due cori uniti rafforza il senso di solidarietà e memoria collettiva.

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